martedì 20 ottobre 2015

Quante notti si spengono al sole

Quante notti si spengono al sole­
Con sogni lasciati a metà­
Volti conosciuti un istante­
Poi persi­
Nel vuoto­
Dell’irrealtà.­
Amo illusioni­
Vissute per poco­
Il tempo di dire “ti amo”­
E svanire­
Lungo strade di sogni ­ ­
Infranti e perduti­
mai più ritrovati.­
Sensuali illusioni­
Di un tempo trascorso­
A sognare­
Piuttosto che amare.­
Sono loro­
Fantasmi notturni­
Uniche realtà­
Di un mondo­
Che ha perduto la sua poesia.­
E ritorno a sognare­
Sussurri e lamenti­
Vaganti nel sonno.­
Visioni e tormenti­
lungo strade cadenti­
misere­
amare ­ ­
così Vuote di gente­

così Colme di niente.­ 

Grazie a chi ci ha raccontato la sua notte

La Varese che non dorme il lunedì notte sapete cosa fa? Lavora. 
Non tutti certo. 
Abbiamo incontrato due giovani insonni che amoreggiavano regalandoci un’immagine davvero romantica in una laterale di via Veratti; altri che passeggiavano gustandosi il silenzio ormai padrone dei portici di corso Matteotti, altri ancora solitari e intenti nel gustarsi (l’ultima? Chissà) sigaretta prima di battere in ritirata. E altri ancora che, non avendo occasioni romantiche a portata di mano, hanno attraversato la notte pedalando e hanno fatto insieme a noi un brevissimo tratto di strada. Ognuno ha attraversato viaggiato in questa notte varesina con ogni mezzo necessario per arrivare al mattino del nuovo giorno.
Ma quelli che più mi hanno affascinato sono state le persone che forse, potendo, la notte la vivrebbero in un altro modo, magari dormendo, se non fosse per via del dovere che ogni mattina, alle 2, li chiama al forno, oppure li tiene lì fino all’ora del lupo dietro a un bancone a shakerare cocktail, servire kebab o tra i tavoli di un ristorante a raccogliere comande, impiattare pizze e placare la fame tiranna dei tira tardi.
La notte di chi lavora ha il profumo della farina impastata, del pane o della pizza appena sfornati o di kebab subito farcito e servito. Ha l’aroma fragrante della passione e dell’amore per il proprio lavoro. Ma c’è un qualcosa di pungente che però dà unicità all’essenza: è il gusto della fatica. Quasi lo tocchi. Lo senti, perché la notte di chi lavora è piena di silenzi e di rumori. Parole poche e solo se necessarie. Ci sono però tanti gesti, chiari, netti, precisi: basta osservarli una volta e scopri che in realtà sono codici di meta comunicazione tra colleghi. La notte di chi lavora ha un bouquet complesso: ha occhi gonfi di sonno, ma anche sorrisi contenti, che si aprono sul viso di chi racconta con orgoglio una vita tosta, ma anche gratificante. La notte di chi lavora ha molto da insegnare e io, questa mattina, ho di che ringraziare le persone che ce l’hanno svelata: Giovanni il fornaio con tutto il suo team, Giuseppe il ristoratore, Mimmo il kebabbaro di Smirne, Luca il gestore del bar, Cesare del Bologna. Grazie per averci raccontato un po’ della vostra notte e aver contribuito a narrare la nostra notte.

lunedì 19 ottobre 2015

Notte di note

Notte fonda, mani sul volante, davanti a me il rettifilo dell’autostrada sgombro e dentro l’auto il suono della radio e la voce di qualche dj notturno che cadenza il ritmo tra un brano e l’altro.

E ancora.

Notte fonda, un passo via l’altro, davanti a me la strada di un centro storico deserta, silenziosa e lattiginosa per via del mélange che creano la pioggia fine fine e la luce dei lampioni quando si incontrano. Nelle orecchie il suono di una play list memorizzata nel mio ipod.

E infine.

Notte fonda, cielo stellato sopra di me, una bionda tra le mani… da accendere, fumare, gustare mentre un po’ più in là luci come fiammelle e musica che rotola fuori da locale mi suggeriscono che la notte è ancora viva.

Immagini, momenti che affiorano dal mio passato e naufragano in questo momento presente. Luoghi diversi: un’autostrada, una strada, una panchina. Ritmi diversi: il viaggiare, il camminare e lo stare fermo. Nulla è uguale tranne che due dettagli che si ripetono e sembrano fatti l’uno per l’altro: la notte e la musica.

La notte e la musica… Ci sono un po’ di canzoni dedicate all’altra faccia del giorno che mi piacciono e da anni ascolto. Eppure non ho mai pensato di creare una playlist notturna. Lo faccio ora.
Sono tutte canzoni di autori italiani e per campanilismo escludo le sonorità crepuscolari e notturne dei Massive Attack (che adoro), Noce de Accion dei Mano Negra, Because the night di Lady rock Patty Smith e The beat of the night di Geldof. Sono tutte canzoni che ho ascoltato, ascolto e, credo, continuerà ad ascoltare.

Night list personale di Andrea
Canzone di notte 1 – F. Guccini
Canzone di notte 2 – F.Guccini
Canzone di notte 3 – F. Guccini
Certe notti - Ligabue
La noc – Davide Van de Sfross
Signora Bovary – F. Guccini
Notte prima degli esami – A. Venditto
Ma la notte no – R. Arbore
E la luna bussò – L. Bertè
Una notte in Italia – I. Fossati
Vita spericolata – Vasco Rossi
Dillo alla luna – Vasco Rossi
Notte rosa – U.Tozzi
Amico Fragile – F. De Andrè
Buonanotte fiorellino – F. De Gregori
La notte se n’è andata – Vinicio Capossela
Notte di provincia – Vinicio Capossela
Notte newyorkese – Vinicio Capossela
Portiere di notte – E. Ruggeri
Vecchio Frack – E. Ruggeri

Notte e post marzulliani



Cosa c’è in fondo alla notte? Chiedo e rilancio a me stesso: Ma che cos’è la notte?
La notte è il B-side del giorno. E come ogni lato B attira sguardi, curiosità, muove fantasie e commenti. La notte è il buio e come ogni angolo buio stuzzica l’istinto di indagarlo, renderlo meno oscuro, illuminarlo, farlo diventare visibile alla luce del sole o anche di una fioca lampadina. Vero è che il chiarore spesso spazza oscurità e fascino senza far distinzione e che il secondo svanisce con l’ineluttabile avanzare del giorno. Ma è il processo di disvelamento dell’oscuro ad affascinare.
La notte è come la canzone incisa sul lato B di un vecchio 45 giri: l’una (la canzone) accessoria alla hit, l’altra (la notte) propaggine delle ore diurne da riempire quasi esclusivamente con il riposo. Eppure, come con i vecchi vinili, dopo aver ascoltato fino alla nausea la canzone del momento, scatta qualcosa che ti fa posizionare quel disco sull’altro lato, ancora vergine e mai ascoltato. E può anche essere che la musica che gira intorno ti piaccia parecchio. Così è la notte: per anni ci entri per dormire, finché ti accorgi che esiste anche lei, che il mondo non si dissolve al calar delle palpebre e che continua a vivere e brillare di luce (lunare) propria.

giovedì 15 ottobre 2015

LA NOTTE E' VIVA. VIVA LA NOTTE


Buona notte a chi non dorme. Ma anche chi si è appena svegliato e vuol sapere cosa si è perso durante le ore di meritato riposo. Buona notte ai sognatori, ma anche ai viaggiatori che di volta in volta decideranno di fare un pezzo di strada insieme a noi. Nella nostra notte non ci sono sogni. E non troverete la Varese dei sogni, ma neppure morti viventi che passeggiano sotto i portici di corso Matteotti. Ci sarà invece la gente, perché cercheremo di raccontare brandelli della vita di chi vive quando altri dormono. Sfatare il luogo comune di coloro che ripetono come un mantra che la città, la nostra città, sonnecchia di giorno come di notte. Daremo voce a chi ha fatto tardi dopo una serata con gli amici; a chi è costretto a “tirar tardi” per dovere e a chi nel “tirar mattina” trova un suo piacere. Proveremo a regalare immagini di una città lunare, fotografare le ombre che si allungano tra le vie del centro, ma anche negli angoli periferici. Vogliamo provare a raccontare come nasce, cresce e muore la notte varesina. Condividere gli incontri che faremo, gli scorci che ci emozioneranno, le storie che raccoglieremo e racconteremo. Non sappiamo esattamente cosa ci riserverà il nostro andare, camminare e parlare, ma sappiamo che tra tante abatjour che si spengono nelle case, c’è sempre una giornata che deve ancora finire oppure ancora iniziare per le strada, in un locale o dentro a un posto di lavoro. E poi ci sono le chiese, le piazze, le vie, le case, i palazzi, gli alberi che stanno a guardare. Ed è questa Varese che cammina, guida, lavora e si diverte quando quasi tutti dormono che vi vogliamo raccontare. E allora partiamo. La notte è viva. Viva la notte.