martedì 20 ottobre 2015

Grazie a chi ci ha raccontato la sua notte

La Varese che non dorme il lunedì notte sapete cosa fa? Lavora. 
Non tutti certo. 
Abbiamo incontrato due giovani insonni che amoreggiavano regalandoci un’immagine davvero romantica in una laterale di via Veratti; altri che passeggiavano gustandosi il silenzio ormai padrone dei portici di corso Matteotti, altri ancora solitari e intenti nel gustarsi (l’ultima? Chissà) sigaretta prima di battere in ritirata. E altri ancora che, non avendo occasioni romantiche a portata di mano, hanno attraversato la notte pedalando e hanno fatto insieme a noi un brevissimo tratto di strada. Ognuno ha attraversato viaggiato in questa notte varesina con ogni mezzo necessario per arrivare al mattino del nuovo giorno.
Ma quelli che più mi hanno affascinato sono state le persone che forse, potendo, la notte la vivrebbero in un altro modo, magari dormendo, se non fosse per via del dovere che ogni mattina, alle 2, li chiama al forno, oppure li tiene lì fino all’ora del lupo dietro a un bancone a shakerare cocktail, servire kebab o tra i tavoli di un ristorante a raccogliere comande, impiattare pizze e placare la fame tiranna dei tira tardi.
La notte di chi lavora ha il profumo della farina impastata, del pane o della pizza appena sfornati o di kebab subito farcito e servito. Ha l’aroma fragrante della passione e dell’amore per il proprio lavoro. Ma c’è un qualcosa di pungente che però dà unicità all’essenza: è il gusto della fatica. Quasi lo tocchi. Lo senti, perché la notte di chi lavora è piena di silenzi e di rumori. Parole poche e solo se necessarie. Ci sono però tanti gesti, chiari, netti, precisi: basta osservarli una volta e scopri che in realtà sono codici di meta comunicazione tra colleghi. La notte di chi lavora ha un bouquet complesso: ha occhi gonfi di sonno, ma anche sorrisi contenti, che si aprono sul viso di chi racconta con orgoglio una vita tosta, ma anche gratificante. La notte di chi lavora ha molto da insegnare e io, questa mattina, ho di che ringraziare le persone che ce l’hanno svelata: Giovanni il fornaio con tutto il suo team, Giuseppe il ristoratore, Mimmo il kebabbaro di Smirne, Luca il gestore del bar, Cesare del Bologna. Grazie per averci raccontato un po’ della vostra notte e aver contribuito a narrare la nostra notte.

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