La Varese che non dorme il lunedì
notte sapete cosa fa? Lavora.
Non tutti certo.
Abbiamo incontrato due giovani insonni
che amoreggiavano regalandoci un’immagine davvero romantica in una laterale di
via Veratti; altri che passeggiavano gustandosi il silenzio ormai padrone dei
portici di corso Matteotti, altri ancora solitari e intenti nel gustarsi (l’ultima?
Chissà) sigaretta prima di battere in ritirata. E altri ancora che, non avendo
occasioni romantiche a portata di mano, hanno attraversato la notte pedalando e
hanno fatto insieme a noi un brevissimo tratto di strada. Ognuno ha
attraversato viaggiato in questa notte varesina con ogni mezzo necessario per arrivare al
mattino del nuovo giorno.
Ma quelli che più mi hanno
affascinato sono state le persone che forse, potendo, la notte la vivrebbero in
un altro modo, magari dormendo, se non fosse per via del dovere che ogni
mattina, alle 2, li chiama al forno, oppure li tiene lì fino all’ora del lupo
dietro a un bancone a shakerare cocktail, servire kebab o tra i tavoli di un
ristorante a raccogliere comande, impiattare pizze e placare la fame tiranna
dei tira tardi.
La notte di chi lavora ha il
profumo della farina impastata, del pane o della pizza appena sfornati o di
kebab subito farcito e servito. Ha l’aroma fragrante della passione e dell’amore
per il proprio lavoro. Ma c’è un qualcosa di pungente che però dà unicità all’essenza:
è il gusto della fatica. Quasi lo tocchi. Lo senti, perché la notte di chi
lavora è piena di silenzi e di rumori. Parole poche e solo se necessarie. Ci
sono però tanti gesti, chiari, netti, precisi: basta osservarli una volta e
scopri che in realtà sono codici di meta comunicazione tra colleghi. La notte
di chi lavora ha un bouquet complesso: ha occhi gonfi di sonno, ma anche
sorrisi contenti, che si aprono sul viso di chi racconta con orgoglio una vita tosta,
ma anche gratificante. La notte di chi lavora ha molto da insegnare e io,
questa mattina, ho di che ringraziare le persone che ce l’hanno svelata:
Giovanni il fornaio con tutto il suo team, Giuseppe il ristoratore, Mimmo il kebabbaro
di Smirne, Luca il gestore del bar, Cesare del Bologna. Grazie per averci
raccontato un po’ della vostra notte e aver contribuito a narrare la nostra
notte.
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